Aim: The aim of this study was to investigate whether the completeness of revascularization affects the outcomes in the octogenarian.
Material of study: We retrospectively reviewed 130 consecutive octogenarians who underwent isolated coronary artery bypass grafting (CABG) between January 2003 and September 2010. According to operative technique, patients were categorized in Complete Revascularization (CRV) Group (96 patients) and in Incomplete Revascularization (IRV) Group (34 patients). Follow-up was 98% complete (mean: 30 ± 25 months).
Results: The overall in-hospital mortality was 13% and was similar in both groups (p=0.0553). Multivariate regression analysis identified preoperative left ventricular ejection fraction ≤ 40% (p= 0.0060; OR= 0.19) and NHYA class > II (p= 0.0042; OR= 0.17) as risk factor for in-hospital death. Cox regression analysis not identified incomplete revascularization as risk factor for early or late death (p= 0.1381 and p= 0.8865). No differences in 5-year survival and freedom from major adverse cardiac and cerebrovascular events (MACCE) was found between two groups (p=0.8865 and p=0.6283).
Discussion: CRV is important in young patients undergoing CABG, but this principle remains less absolute in elderly patients. In our study, the survival benefit of CRV was less in octogenarians. Probably, the major benefit of CRV was seen in patients less than 80 years of age. This makes sense because these patients have a longer expected survival, and there were more patients available to statistically confirm any difference in outcome.
Conclusions: In octogenarians undergoing CABG, IRV does not affect survival and freedom from MACCE. Patients' preoperative conditions are important in determining short and long term outcomes.
La rivascolarizzazione miocardica completa è importante nei pazienti giovani sottoposti ad intervento di bypass aortocoronarico (CABG), ma questo principio resta poco chiaro nei pazienti anziani. Lo scopo del nostro studio è valutare se la completezza della rivascolarizzazione influenzi gli outcomes negli ultraottantenni. Abbiamo analizzato retrospettivamente 130 pazienti ultraottantenni (età media: 82 ± 10 anni; range: 80-90 anni) sottoposti presso il nostro Istituto a CABG tra Gennaio 2003 e Settembre 2010. In accordo con la strategia operatoria utilizzata, i pazienti sono stati suddivisi in 2 gruppi: pazienti sottoposti a rivascolarizzazione completa (Gruppo RC) (96 pazienti) e pazienti sottoposti a rivascolarizzazione incompleta (Gruppo RI) (34 pazienti). Per rivascolarizzazione incompleta si è inteso l’assenza di bypass su un territorio miocardico vascolarizzato da una coronaria con una stenosi ≥ 50%. Il follow-up è stato completato al 98% (medio: 30 ± 25 mesi; range: 3 mesi – 7.5 anni). La mortalità intraospedaliera complessiva è stata del 13% ed è stata simile nei 2 gruppi (p=0.0553). L’analisi multivariata ha identificato la frazione di eiezione preoperatoria ≤ 40% (p=0.0060; OR=0.19) e la classe NYHA > II (p=0.0042; OR=0.17) fattori di rischio di mortalità intraospedaliera. L’analisi di Cox non ha identificato la rivascolarizzazione incompleta come fattore di rischio di mortalità precoce e tardiva (p=0.1381 e p=0.8865). Non sono state riscontrate differenze tra i 2 gruppi in termini di sopravvivenza a 5 anni e libertà da eventi cardiaci e cerebrovascolari maggiori (MACCE) (p=0.8865 e p=0.6283). Probabilmente i maggiori benefici di una rivascolarizzazione completa si hanno nei pazienti più giovani, che hanno un’aspettativa di vita maggiore. In conclusione il nostro studio mostra che, seppur con una limitata coorte di pazienti, negli ultraottantenni sottoposti a CABG la rivascolarizzazione incompleta non influenza la sopravvivenza e la libertà da MACCE. Le condizioni preoperatorie del paziente determinano sicuramente gli outcomes precoci e tardivi.